Friday, December 24, 2010

Save The Date For My Birthday

Buon Natale... e si salvi chi può!


“Babbo Natale è una figura mitica presente nel folclore di molte culture che distribuisce i doni ai bambini, di solito la sera della vigilia di Natale. Babbo Natale è un elemento importante della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in America latina, in Giappone ed in altre parti dell'Asia orientale...”

Questo secondo le prime righe di Wikipedia, e il generale conformismo che induce a ignorare i tanti legami del personaggio con culture e pratiche profane. Potremmo ricordare le parentele con il leggendario San Nicola vescovo di Mira, e speculare su quanto le campagne commerciali della Coca-Cola abbiano influenzato l’iconografia del noto genio del Natale. Babbo Natale inizialmente vestiva di verde, rammenta sempre Wikipedia, e fu la bevanda più gasata del mondo a renderlo il pancione scarlatto e bianco che si conosce. Almeno così viene detto da decenni. Simbolo del solstizio d’inverno, momento di rinascita e rigenerazione, cui in seguito fu sovrapposta la ricorrenza della nascita di Gesù, Babbo Natale è in realtà una figura panica. Panico nel senso del tutto e del dionisiaco. Figura allegorica dalle mille valenze, si cristallizza come risultato di spunti culturali eterogenei. Ma la sua anima primordiale è barbara, poco affine all’asettico candore con cui è di solito il personaggio è rappresentato. Il suo fato è sempre stato quello di mutare nei secoli, integrando pulsioni e sogni differenti, diventando a volte icona di innocenza, altre oggetto di trasgressione e di stravaganti invenzioni pop.  Fino all’erotizzazione di Babbo Natale, vera icona del movimento omosessuale degli orsi, la sottocultura gay che valorizza la sensualità di uomini paffuti e barbuti.
Insomma, Babbo Natale porta regali a tutti. Belli e brutti. Buoni e bricconi. Mistici e miscredenti. Cristiani e pagani. Babbo Natale è lo spirito della terra, e uno dei suoi segreti leggendari – sdoganato di recente da Helena Velena sul suo sito e nelle sue performance – ha davvero del bizzarro. 


Torniamo a parlare per un momento della matrice del Babbo, cioè del tradizionale San Nicola. Tradizione che nasce in Russia, tra i territori della Siberia e il Circolo Polare Artico. Può suonare sorprendente, eppure le popolazioni pagane, per lo più tribù nomadi, che albergavano quelle fredde regioni, per il solstizio d’Inverno celebravano questa figura leggendaria scambiandosi dei doni esattamente come chi festeggia oggi la ricorrenza natalizia. Una pratica in particolare, se vogliamo, rappresentava il piatto forte di questa festa. Un dono allucinante. Sì, perché in quelle lande cresce un fungo molto particolare, dal caratteristico cappello scarlatto spruzzato di eleganti white spots ... like (thinks a bit '!) the habit of Santa Claus. His name is Amanita muscaria, a fungus of which there are some variations that are very poisonous, but that is famous for its hallucinogenic properties. To stem the toxic effects dell'Amanita, who was accustomed to use them, he would let it dry for days, leaving him hanging by the fireplace in a manner reminiscent of the famous long braid in which Santa Claus should leave her gifts. But not all. Another way to make use of the narcotic properties of the fungus without much danger, that geezer was to make it feed the reindeer, animal, very popular in those regions. In fact, the digestive system of reindeer, unlike the human one, has the power to purge the most toxic components of Amanita from his. Humans could do was drink the urine released from these animals, which retained the qualities psychedelic liquid released from the chemical components that would make it deadly.

Red, White, FP, mushrooms, reindeer ... An equation that speaks for itself. Much, much before the advent all-American Coca-Cola. Yet, the relatives are almost always uncomfortable the world to attend important events, and to carve out a place around the table prepared. It is no coincidence that those red and white mushrooms, the ones that we see so often in illustrations of the most famous fairy tales, have also become among the most popular Christmas ornaments. There are also in the crib, among lichens, trees and other vegetation unlikely. The Amanita muscaria, the red and white as Santa's coat, is also present there. Vivid, unambiguous and indispensable for the completion of the usual festive framework.
The parties, of which humanity needs as breaks to sleep, to laugh at jokes, dreams to go on, belong to all, and often were produced by an array of popular phenomena that, far from removing the importance Symbols can only reinforce them. For this reason we say that Santa is a figure of panic, that wild and primeval, legata alla natura, alla vegetazione, alle bestie, e al bisogno di gioire, di far festa, impazzire e amare. Anche se schiacciati dalla ruota della festa più consumistica, e spesso ipocrita, dell’anno. Babbo Natale è ugualmente tra noi, e lo accogliamo per quello che può offrirci, nella nostra lingua, secondo i nostri codici culturali, sogni e aspirazioni. In barba alle tradizioni più ortodosse, al consumismo e all’insofferenza più snob. Per questo diciamo, anzi urliamo, aggrappati alla zattera del nostro quotidiano:  Buon Natale... e si salvi chi può.



 



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